Voglia d'alta quota senza troppo "ingaggio": ecco una due giorni nel cuore della Vallée con panorami su tutti i gruppi glaciali affacciati sulla valle.
Raggiungo il rifugio Arbolle da Pila, evitando le lusinghe della seggiovia dello Chamole' ed attraversando bei boschi di conifere, quindi contornando il
lago Chamole' affollato da gitanti intenti ad arrostire bistecche alla brace...
Bella faticaccia per raggiungere il colle omonimo in vista dell'ameno pianoro del rifugio. Dal colle una breve discesa conduce al lago ed al rifugio: l'ora invita a dedicarsi ad un lauto pasto a base di tipico
tagliere di salumi ed un
caldo minestrone.
Il giorno successivo, accantonanta l'opzione ferrata (sigh) a causa del notevole dislivello e della perdita di quota considerevole (conviene andare direttamente a dormire in bivacco), procedo alla meta dell'Emilius per la via normale. Qualche tratto di fatica fino al col des Trois Capucins, poi mantengo la sx, evitando i detriti e preferendo i gradevoli passaggi su rocce ottime. Il fiato pero' s'accorcia lo stesso a causa della quota, suggerendo di ridurre il ritmo, un po' troppo serrato.
Eccomi in
vetta, purtroppo senza sole ma comunque con una
vista superba a 360 gradi: dal massiccio del Bianco, al Grand Combin, Cervino, Rosa e poi ancora Gran Paradiso e Rutor, fin oltre verso la Vanoise...
Piu' sotto il solitario vallone des Laures con i suoi laghi mi attrae magneticamente. Ritornato sui mie passi dall'Emilius (con cautela vista la ripidezza dei pendii), valuto la discesa dal colle Trois Capucins nel vallone sottostante. Ma solo superando i tre gendarmi e reperendo un'esigua traccia trovo modo di scendere in sicurezza.
Si tratta comunque di una discesa che richiede estrema cautela e quindi fatica. Tocco il
lac superieur des Laures per poi riprendere la faticosissima salita in cerca del sentiero per il
col d'Arbolle. Poche tracce, poi infine il bivio tra col des Laures e col d'Arbolle, e quindi sentiero ben tracciato ancorche' ripido, faticoso e impegnativo fino al colle.
Intanto si e' aperto un cielo blu cobalto che rende tutto piu' bello e smagliante, innanzitutto il magnifico
lac des Laures, vera perla incastonata tra le severe giogaie di roccia.
Tornato nuovamente nel vallone d'Arbolle ripercorro il lungo sentiero fino al rifugio per rifocillarmi con torta cioccolata e pere: energia appena sufficiente a recuperare le forze perse negli oltre 1500 m di dislivello in salita...
Ripreso il cammino ora e' la volta di paesaggi dolci e rilassanti, come il magnifico
vallone di Comboè, ameno pianoro erboso tra radi larici. E' un vero paradiso che invita a fermarsi e godere il silenzio e l'assoluta assenza di umanita'. Nessun incontro fino all'alpe omonima, dove una mandria numerosa si gode la ricche erbe d'alpeggio.
Si sale poi verso
Plan Fenetre, nel bosco incantato, linea sinuosa di sentiero tra le conifere, per sbucare alla croce con vista su Becca di Nona, Emilius e giu' sotto il magnifico Comboè.
Fatico ad abbandonare questo luogo, e non fosse per l'ora che spinge a riprendere la strada del ritorno, resterei ancora a lungo qui sospeso in questo angolo di paradiso.