IV+, L4, disl. 100 m +
V, L1 di Wanda
Era ora... dopo lunghi mesi di astinenza dall'arrampicata, quella vera su roccia, finalmente i nostri due gadan riescono a combinarla bella. Fatti i conti con le temperature non proprio afose, si decide per la parete di casa: il Monte Bracco con la sua solarità garantita.
Ed eccoci allora a discorrere di massimi e minimi sistemi per la mezz'oretta che ci condurrà alle nostre rocce. D'altronde dopo tutti questi mesi abbiamo molto di cui ciacolare e dunque presi dai nostri discorsi, come in altre occasioni, ci ritroviamo a smarrire la retta via... Fortunatamente con breve digressione tra rovi ed erba "scivolina" riprendiamo la direzione giusta e siamo alla base delle innocue placche basali dello Scudo Striato.
Inizia finalmente la scalata, dapprima con un III grado di puro riscaldamento, poi la classica via della Certezza, molto bella, con chiodatura corretta ma ariosa, che per noi nuovamente pivelli dell'arrampicata significa il giusto impegno psicologico. I IV gradi quindi richiedono attenzione ed elargiscono gratificazione e divertimento.
Insomma la scalata, placcosa ma non troppo, con qualche movimento in diedro o strapiombino, ha tutta l'eleganza delle vie di stampo classico.
Galvanizzati dalla "performance" sulla Certezza, ancora smaniosi di menar mani e piedi sulla roccia, ci rechiamo a visitare la base di Wanda, creazione del nostro "amico" Michelin.
Con un po' di timore ci accostiamo al V grado della prima lunghezza, con passaggi delicati, dove il quinto grado si sente tutto... Il tiro successivo (V+) promette rogne per noi per niente allenati mentalmente e fisicamente. Tentiamo l'approccio allo strapiombo iniziale, ma ci rendiamo conto di non avere chance e dunque ripieghiamo: siamo soddisfatti della giornata e dunque digeriamo senza rancore lo smacco di Wanda, lasciando la conclusione ad un'altra volta.
Ora però ci aspetta il giusto coronamento di una giornata scaloira: un focaccione farcito ed un sorso di birra tra una ciacola e l'altra.