Riecco la cordata Marcy-Piero in azione, a questo giro sulle familiari rocce della Valle Po e ad una cima, la Gastaldi, già frequentata dal nostro (n.d.r. Piero). Dunque tutto ok, già nota la normale (almeno così dovrebbe essere) si pianifica la salita della Cresta Nord con difficoltà nell'ordine del III grado.
Partenza presto e per un malinteso sull'orario senza colazione al bar, ma la motivazione è forte e con un pezzo di focaccia fornita dal previdente Marcy siamo in cammino al pian del Re alle 7 del mattino.
Risaliamo verso le severe muraglie della Roma e della Gastaldi, sempre scrutati dal severo versante Nord di Viso. Intanto la cresta nostro obiettivo è lassù, stagliata contro il cielo dirimpettaia della cresta del Colonnello di Punta Roma.
Lasciata la deviazione per la Roma, attacchiamo poco avanti un residuo nevaio e poi il canale che adduce al Passo Giacoletti ancora ben innevato e quindi un po' più ingaggioso.
Dal colle la vista abbraccia la magnifica
cresta del Colonnello alle nostre spalle e l'amena valle della Guil nel Queyras. Si parte! Tocchiamo le rocce della cresta qui ancora appoggiata e poco delineata, poi inizia una sequenza poco gradevole per il "vecchio borbottone" della comitiva (n.d.r. Piero), caratterizzata da placchette inclinate verso il lato francese. E' poi la volta di sezioni più verticali e piacevoli, su buona roccia, con
vista mozzafiato sul Monviso.
Infine l'ultima parte è sulle
placche finali, per fortuna attrezzate con qualche spit vista la progressione con scarponi.
Siamo in vetta, a contemplare la lunga cresta rocciosa verso nord che congiunge i vari satelliti di Viso fino al Monte Granero, e di fronte a noi la
spettacolare piramide del Viso e appiattito ad essa il trapezio roccioso del Visolotto.
Spuntino, foto a 360° con le nebbie della valle Po in risalita, mentre il Queyras mantiene il cielo cristallino.
Ci incamminiamo sulla normale, che il "vecchio arteriosclerotico" stenta a riconoscere e che trova più impegnativa di quanto ricordasse... Passaggi esposti su roccette inclinate e sporche di pietrisco, mettono a dura prova i nervi del "vecchio cagasotto", che chiede a gran voce di approfittare dei numerosi spit per buttare giù qualche doppia.
Alla fine accontentato, il nostro si riprende dallo scoramento quando giunto al cospetto del muretto finale della normale riconosce i passi verticali che nel lontano 2012 fece in salita nonché in disarrampicata... altri tempi.
L'impegno non è finito: manca ancora il ripido canale detritico e poi i
nevai sospesi prima di poter toccare le
corde fisse per il passo Giacoletti, con in mezzo
doppia di fortuna per evitare passaggi su neve ripida e salti nel vuoto...
La discesa del canale ci pare ormai banale e poi finalmente il sentiero che, forse con la nebbia, non riconosciamo come quello di salita, ma che in breve ci riporta al lago Fiorenza e quindi al pian del Re.