Braccia e menti deboli, allenamento sotto i piedi, coniglite ormai cronica: che fare quindi? Scalare una via da principianti, ovviamente!
Si parte dunque, per la ben nota Testa Gias dei Laghi: avvicinamento modesto, luogo già conosciuto, e una via il cui nome è tutto un programma, "via dei principianti". Assolutamente la via che, sulla carta, fa al caso nostro.
Attacchiamo la rampa obliqua con scarponi ai piedi, ma già al secondo tiro, sfoderiamo le scarpette... Qualche placca di troppo, sia pur di III grado, ma con pressoché totale assenza di chiodi e difficile proteggibilità invoglia a ridurre l'impegno.
E veniamo al dunque, il tiro chiave di IV, si presenta subito "interessante": fortunatamente dopo qualche zig zag in cerca delle soste perveniamo ad una sosta ufficiale (due chiodi) e così la partenza del muretto iniziale può avvenire con meno pathos. I chiodi ci sono, e servono tutti, per superare il IV verticale senza pena, ma appena oltre il terreno torna vergine, senza protezioni e molta difficoltà ad usare protezioni veloci. Anche la qualità della roccia non è sempre rassicurante. Un'ora buona occorre al nostro capocordata per uscire dall'impasse, rischiando l'incastro di friend, poi recuperato con maestria dal buon Gianni.
Si continua con qualche dubbio di interpretazione della relazione ma con difficoltà decrescenti, fino alla "luce", ovvero l'uscita sulla cresta di facili roccette e poi sentiero per la cima.
La discesa è cosa nota e quindi non crea alcuna ansia, inoltre oggi il meteo non minaccia temporali e dunque non temiamo fulmini e scariche di sassi come l'ultima volta al Gias dei Laghi (vedi
Via Non e' per te).