- Cappella Madonna delle Grazie (Acceglio), 1880 m
- Monte Albrage, 2999 m
Incuneato tra il ben noto vallone del Maurin e l'alto vallone di Bellino, il lungo vallone di Traversiera è una vera sorpresa. Invisibile dalla valle principale, si rivela invece gradualmente risalendo la stretta stradina che da Villar raggiunge il piccolo agglomerato di Lausetto, prosegue in una stretta forra per poi inoltrarsi più in alto tra numerosi alpeggi fino alla graziosa cappella della Madonna delle Grazie.
L'ultimo tratto di sterrata crea qualche timore per il fondo dell'auto e quindi decido di fermarmi qualche tornante prima della cappella. Inizio così il lunghissimo cammino sullo stradello militare diretto ai diversi avamposti del Vallo Alpino. Svariati chilometri con modesto guadagno di altitudine, tra morbidi pendii erbosi ingialliti dal caldo (e dalla siccità) d'agosto. In lontananza però, sin da subito, emerge prepotente un muro di rocce quarzitiche, ma di aspetto calcareo: è già lui, l'Albrage, meta odierna.
Sotto l'ombra di tale muraglia abbandono la strada per un sentiero segnato, ma la traccia gps dice di risalire sul ripido pendio di sinistra... Con scarsa convinzione procedo dapprima in traverso per portami sulla traccia gps, poi intraprendo la faticosa salita per l'erto pendio, che pare impennarsi sempre più... Nessuna traccia sul terreno, tranne forse quella di qualche intrepido animale, mi conforta della decisione di affidarsi ad una anonima traccia gps di Gulliver... Con massima cautela e vinta la forza di gravità che pare trascinare giù nello scivolo erboso verso il fondovalle, alla fine approdo ad un colletto dove un ometto segna la salvezza ed il ritrovato sentiero.
Uff! Fatica ed apprensione sono terminate, ora basta seguire un sentiero ben tracciato e segnalato, anche se ancora su terreno accidentato. Ultimo tratto su placche inclinate e la cima dell'Albrage coi suoi 2999 metri è calcata!
Una panoramica a volo d'uccello a 360° e si rivelano le principali cime delle Cozie Meridionali, tra tutti Oronaye e Chambeyron. Rocce, rocce e ancora rocce, mentre solo rarissime chiazze bianche resistono alla torrida estate.
Il paesaggio di rocce sembra totalmente inanimato, ma l'incontro con alcuni stambecchi in siesta o il volo di rapaci rompe questo incatesimo minerale.
Ora la discesa per la val Fissela, nome che suona forestiero proveniente da lontane contrade, offre colpi d'occhio alla dolomitica mole del Monte Cervet emergente dal vallone in abito ormai autunnale.
Di ripiano in ripiano, tra ampie praterie abitate da marmotte (e pascolate da un ampio gregge misto di pecore e capre) si scende fino riallaciarsi allo stradello militare, con qualche difficoltà a reperire il giusto sentiero devastato dal pascolo di mandrie e greggi.
Nota: La gita su Gulliver prevede l'itinerario in senso orario, cosa che probabilmente avrebbe giovato sia nel trovare il sentiero di salita nel vallone di Fissela, sia la migliore via di discesa dall'Albrage...