Lunghissimo anello (21 km) per un dislivello importante...dunque nulla di strano se poi le giunture dolgono ed i muscoli chiedono pietà.
Il sentiero parte subito senza pietà alcuna con pendenza notevole, caratteristiche che ritroveremo ancora lungo il percorso. Il bosco però è un vero incanto: larici eterei su uno stuolo di anemoni, ogni tanto accompagnati da fioriture di
Clematis Alpina. Oltre i larici anche i pini cembri col loro verde scuro punteggiano il bosco, al termine del quale si apre la radura ai piedi del versante settentrionale dell'Albergian.
Nonostante i nevai residui nel vallone vi sono solo labili tracce di acqua di superficie, cosicché la cagnetta deve accontentarsi di pochi sorsi e qualche granita ;-).
Giunti alla bella casetta della capanna Ambrogio rimiriamo ancora la severa mole dell'Albergian e ci prepariamo alla faticosa salita per il Ciabertas. Il sentiero, o meglio la serie fitta di bolli blu, percorre sulla massima pendenza la dorsale ovest, ripida china dapprima erbosa poi detritico-rocciosa. Peccato perché qualche tornante avrebbe potuto agevolare la marcia, rendendo gli oltre 500 metri di dislivello meno penosi.
Arriviamo al
colletto tra uno spuntone roccioso e l'ultimo tratto di cresta per poter metter piede sulla cornice di neve che orla l'ultimo residuo nevaio del pauroso canale di svalangamento a valle... Un breve ristoro per la cagnetta prima dell'ultimo strappo.
Alla cima giungiamo immersi nella nebbia, per cui delusi dal non poter godere del panorama ci limitiamo a pochi scatti ricordo e voliamo nuovamente giù in cerca di qualche sprazzo di sole.
Per il ritorno imbocchiamo uno stradello nella lariceta-cembreta che con ampio giro tocca la borgata Fraisse, da cui con piacevole itinerario pianeggiante rientriamo a Soucheres Basses per prati e radi boschetti.