Quest'anno continua la febbre dello sci e nonostante sia metà maggio il desiderio di firmare le candide distese innevate continua a spingermi a ricercarle per ogni dove...
Il vallone di Collalunga, anche per
memoria di passate scorribande scaloire, conserva a lungo la preziosa coltre nevosa grazie all'esposizione, la quota e alla conformazione di comba incassata tra la Serrera dell'Autaret e il complesso della Guglia-Rocca di San Bernolfo.
Si portano gli sci in spalla fino a quota 2000, oltre il lago, ma poi il manto è continuo fino in cima. I laghi di Collalunga sono ancora coperti di neve, lasciando appena scorgere i loro contorni. La salita procede fino all'
emozione delle cornici di vetta esposte verso i valloni di Seccia e di Barbacana di cui giungono numerosi agguerriti skialpers.
Il vento freddo non permette indugi, quindi ingollata la barretta energetica e catturate alcune istantanee, si volgono gli sci a ritroso per godersi la meritata discesa.
La neve in alto è complessivamente buona, con una crosta non troppo fastidiosa, poi segue il tratto mediano da urlo: fondo duro con alcuni centimetri di fresca... Una pagina bianca preparata nottetempo per ricevere i ghirigori degli amanti delle nevi tardo primaverili!
Volgo lo sguardo indietro per rimirare i pendii appena discesi, quasi a ripetere l'ebbrezza dello zigzagare purtroppo durato solo un istante. L'occhio poi cade sul ripidissimo canale che scende dall'Autaret e che reca oltre a tracce di slavine recenti anche le serpentine disegnate da qualche impavido (o folle?).
Restano gli ultimi lembi di neve, ormai pesante ed assai faticosa, giusto a non dover sperare di averne ancora...
Scelto un ottimo punto panoramico vista lago viene il momento del relax per contemplare il vallone e le sue ultime nevi, nonché le pareti del Vallonetto teatro di belle scalate passete.
Degna conclusione di gita al ristoro "Dahu de Sabarnui" per gustare i
"cruset" della Valle Stura annaffiati da ottima birra ambrata di valle.