Voglia d'alpinismo e di roccia, ma in solitaria non si può fare molto... ecco quindi la salita perfetta, con un po' di roccia (poca da scalare in verità), molto panorama (nonostante la foschia), moltissimo da camminare (un anello di quasi 15 km) tra due valloni del comprensorio dell'Alevè.
Partito presto per scongiurare il pericolo di tuoni e saette in vetta, giungo al rifugio Bagnour all'ora giusta per una
buona colazione (in realtà il bis di colazione). Raccolte utili informazioni dal rifugista eccomi sul sentiero per il vallone dei Duc, dapprima nel magnifico bosco di cembri dell'Alevè, poi nel severo paesaggio di rocce e pietraie dell'alto vallone.
A dominare è la piramidale Cima delle Lobbie, ma la meta è alla sinistra poco pronunciato cocuzzolo con una dorsale rocciosa.
In effetti dal passo del Ranco (nome assolutamente evocativo dell'"arranco" richiesto per giungervi...) si staglia una sfilata di roccioni e cuspidi interessanti, ma ad attirare l'attenzione è in verità la cresta costituita dalla
Costa Ale Lunghe alle mie spalle (magari meta per future spedizioni...).
Armatomi di cordini e imbrago intraprendo la salita di alcuni tratti di roccette, talvolta in esposizione, cercando sempre di non incrodarmi. Un torrioncino infatti non presenta una calata banale in direzione cima e quindi debbo inventarmi una discesa protetta (con un provvidenziale nut e l'unico cordone di un paio di metri disponibile).
Poi la progressione diviene più facile con qualche ultima roccia ben appigliata fino alla croce di vetta.
Dopo una breve sosta ripartenza per la discesa verso il vallone delle Giargiatte per un ripidissimo canalone detritico, dove la "sciata" è d'obbligo ancorché con cautela. Qualche zig zag nel conoide e si giunge ai dolci prati fioriti del vallone per una seconda siesta bucolica.
Da qui il comodo sentiero mi condurrà all'auto per pascoli in fiore dominati dalla
superba muraglia della Jarea (da qui davvero severa), poi nel bellissimo bosco di larici e cembri e poi nel ridente vallone di Vallanta.