Ricostituita la cordata "covid" ci disponiamo ad esplorare le (per noi) sconosciute pareti canavesane de La Truna.
Giunti al park riusciamo per la rotta della cuffia a mollare l'auto, immaginando già le frotte di scalatori intenti a tirar prese e calcar placche. Ed infatti durante il breve tragitto possiamo osservare la parete che già si scorge dai primi metri di tragitto e constatare la presenza di non pochi arrampicatori attaccati ad essa...
Il dubbio si assale ma la voglia di provare di nuovo la sensazione di ruvida roccia sulle dita ci conduce come automi alla base del risalto.
Intervistata una cordata in discesa ci facciamo coraggio e iniziamo i preparativi di salita, con l'intenzione di percorrere la via Parè, non troppo difficile e in apparenza piacevole.
L1 è un IV su roccia così così, in stile Montestrutto (non particolarmente amata da chi scrive), anche un po' sporca e soprattutto cortissima.
Ci pensa L2 a fornire motivi di interesse, con una placca/diedrino molto divertente e dove la chiodatura ariosa (dai più ritenuta giusta) mette un po' di brivido a noi digiuni di roccia.
Peccato per la variante involontariamente percorsa su L3, essendoci tenuti sulla sx nel tentativo di evitare di sconfinare sulla via a fianco: il tiro originale pare una placca lavorata molto bella. Rimane in ogni caso il divertimento di aver utilizzato un paio di friend per riprendere la retta via (ed evitare di finire su gradi impossibili...).
Giunti sotto il tettino dove è posta la sosta ci poniamo il quesito se proseguire sull'originale o sulla Tournet: dopo un tentativo sulla prima optiamo per la seconda, in cui un tratto di 5+ poco appigliato verrà risolto brillantemente in A0 grazie ai preziosi spit assai ravvicinati!
Prosieguo senza problemi fino alla sommità con qualche passaggio carino.
Valutazione complessiva: non una scalata memorabile, anzi... Molto corta (ma i piadi non più avvezzi alle scarpette erano già frollati), su roccia non sempre piacevolmente rugosa, protezioni lunghette (salvo il tratto azzerabile).
Vabbé ci siam tolti la voglia, scalando in un posto carino immerso negli stupendi terrazzamenti a vigna di Carema, ma per scalare, in futuro, credo che cercheremo posti a noi più consoni.