EE (un tratto), dislivello 950 m.
- Meire Bigorie, 1498 m.
- Fortini di Crosa, 2412 m.
Previsioni incerte, si va non lontano da casa in cerca di qualche anello inedito.
Il sole c'è ed anche l'afa, preannuncio di temporali di calore nelle ore centrali, ma anche di sudate durante la salita.
Per fortuna la stradina per l'Alpe Tartarea sale con dolce pendenza tant'è che tagliamo per i prati in fiore.
Lasciato lo stradello iniziamo a seguire nel valloncello di dx (sx orografica) le tracce delle mandrie che formano una sorta di sentiero, fino agli alpeggi superiori, dove vi sono residui nevai, ricordo delle valanghe primaverili.
L'ambiente è reso suggestivo dalla possente bastionata che da cima di Crosa si congiunge alla Punta Rasciassa, mentre qui in basso è un ridente pianoro solcato da ruscelli.
Amelie è in visibilio per le molte marmotte che fischiando la fanno correre come una matta di qua e di là.
Poco sopra è la conca del bel lago Tartarea, sicuramente più suggestivo quando nelle sue placide acque si specchia il triangolo del Monviso: oggi purtroppo dobbiamo accontentarci essendosi puntualmente abbassate le nebbie orografiche.
Da qui tentiamo di raggiungere il colle di Cervetto aggirando il costone che sale ai Fortini di Crosa: purtroppo una labile traccia si perde sugli erti pendii erbosi che lasciano terreno a tratti infidi. Con visibilità quasi assente diventa più sicuro recuperare la cima de Fortini e da lì ridiscendere al colle.
Preso fiato ai Fortini (i muretti a secco sparsi sulla cima fanno intendere l'origine del toponimo), ci dirigiamo al colle da cui prendiamo la decisione di scendere verso valle tralasciando la salita al Monte Riba del Gias ormai avvolto nelle nubi.
Discesa su comodo sentiero a toccare gli ampi pianori adibiti a pascolo nei dintorni dell'Alpe Tartarea e poi sullo stradello per le Meire Bigorie. Possiamo ancora godere della vista delle belle fioriture di orchis che donano un tocco di colore nel grigio che ormai ci avvolge e che sfocerà nella prevista pioggia di metà giornata.