Caldo assurdo in pianura, ecco allora come bel rimedio una salita in alta quota, sopra i fatidici 3000 per cercare refrigerio. Due ciacole alla Porta di Val Varaita, anche per scambiare qualche informazione sulla meta scelta e poi via verso l'alta valle. Giunto a Chianale mi accorgo però di una madornale dimenticanza: la fotocamera non è nello zaino...
. Che testa!
Vabbè, dovrò farne a meno e accontentarmi della camera del telefono, comunque guasta e su cui non posso fare molto conto.
Il caldo ai 2000 metri delle Grange del Rio è davvero insolito, certo non da metà giugno. Fortuna che una lieve brezza evita di percepire l'afa ed il sentiero in moderata salita consente di apprezzare l'amenità del vallone di Soustra, nonostante un cielo tendente al bigio causa calura.
La placida passeggiata termina dopo il pianoro di Soustra a quota 2200 dove una serie di ometti indica la ripida traccia nel pendio erboso che conduce al Vallone Bonafonte. Segue un breve tratto tranquillo in bella conca prativa, ma dove si richiede attenzione per reperire l'esigua traccia che condurrà via via verso l'ultimo ripiano erboso e poi, a vista (ma guidato dalla relazione di Parodi), verso la cresta est.
Finalmente inizia il tratto alpinistico, anche se graduale, con un primo tratto ripido ma su sfasciumi e quindi camminabile. La natura della cresta risulta subito evidente: scisti che sfaldandosi originano pile e pile di lose in bilico.
Il primo salto verticale si evita a destra per cengia detritica ed esposta, poi ancora camminata, quindi nuovo tratto di cresta non facile e su roccia friabile (un tentativo mi riconduce a più miti consigli...), che occorre nuovamente evitare su espostissime e "urfide" cengie detritiche. Poi finalmente si sbuca sulla cresta, ora piatta e camminabile fino all'anticima: panorama grandioso su Viso e satelliti verso est, ma la visuale è a 360°, salvo la foschia che limita l'orizzonte.
Ultime difficoltà su facili roccette per toccare la cima Est e poi la cima Ovest (con la croce di vetta), in realtà da me salite in ordine inverso (con discesa dalla Est e qualche passaggio un po' scabroso).
L'impegno non è terminato: la discesa dal vallone del Pis (indicata su altra guida) richiede ancora attenzione, dapprima per "sciare" sulle immense colate detritiche e poi per individuare i passaggi che evitano salti di roccia. In ultimo anche i due salti delle cascate del Pis richiedono "mestiere" per non trovarsi su terreni scoscesi o salti di roccia. Solo una volta "atterrati" nei pressi dell'ex rifugio è possibile tirare un sospiro di sollievo... e godersi l'amenità di Soustra spaparanzato sui prati, insolitamente poco fioriti (che siano già sfioriti causa temperature da metà luglio?).