EE, 800 m. dislivello
- Colletta delle Fontane 1572 m.
- Clot di Mouton 2262 m
Abetina di Salza, Clot di Mouton, Vallone di Rodoretto... chi li conosce? Pochi senz'altro, ma diciamo pure tanto meglio!
Qui in un giorno feriale avrete la certezza di non incontrare nessuno, se non animali selvatici. Ed infatti camosci, stambecchi e coturnici saranno i nostri incontri lungo il bellissimo tragitto a cavallo tra le due valli.
Partiamo alla colletta delle Fontane immersi nel magnifico bosco di abeti che risale dal versante di Salza: bosco da seme di abeti bianchi, è davvero un luogo che pare popolato da elfi e fate, con i suoi abeti colonnari dall'inconfodibile corteccia grigio biancastra. Dopo un tratto su pista forestale finalmente al colle di Serrevecchio (cartello in occitano recita "Servhel") iniziamo il lungo traverso sul lato Rodoretto tra boschi misti di conifere, larici, abeti bianchi e rossi fino al punto panoramico quotato 2000 m. esatti dove la visuale inizia ad aprirsi alla testata del vallone con Punta Vergia e Barifreddo a chiuderne il fondo.
Una evidente traccia a mezza costa sui ripidi pendii prativi cattura la nostra attenzione ed i nostri passi, lasciando intravedere la possibilità di un tour ad anello, inizialmente scartato osservando sulla cartina il possibile itinerario.
Abbondanti sono le tracce sul sentiero di camosci e stambecchi, che infatti ad un colletto si rivelano alla vista: un gruppo di stambecchi con cuccioli che ci osservano timorosi un centinaio di metri più in basso, prima di darsi alla fuga.
Più avanti è il turno di piccoli gruppi di camosci al pascolo sull'immenso prato inclinato che discende dal crinale.
Intanto dall'alto un gruppo di tre stambecchi adulti ci osserva con attenzione, forse stupiti di vedere uno strano bipede (uno Yeti?) ed un piccolo orsetto avventurarsi per questi territori...
La traccia prosegue in falsopiano ma noi intendiamo recuperare la cresta e quindi, abbandonato il certo per l'incerto, ascendiamo gradualmente tra labili tracce e su pendii piuttosto erti fino a congiungerci alla traccia in prossimità del crinale. Qui possiamo toccare il cocuzzolo del Clot di Mouton, segnalato da un grande ometto e da cui possiamo osservare i due lati della cresta, Salza a nord, Rodoretto a Sud. Siamo soli, in vista della civiltà, ma lontani anni luce. Pace e silenzio gli unici compagni su questa ignota cima delle Cozie.
Identificati alcuni monti conosciuti (per esempio, la Cristalliera che si mostra nella sua beltà di rocce da scalare o la Rocca Sbarua visibile laggiù quasi nella pianura) e dopo aver ristorato il corpo con la consueta barretta ci incamminiamo sul bel crinale panoramico, tra roccette e nevai residui.
Tocchiamo un altro modesto cocuzzolo, il Monte Truscera (altra "notissima" vetta delle Alpi ;-), quindi proseguiamo chiudendo l'anello e ripercorrendo a ritroso la prima riposante parte dell'itinerario nel bosco.