Primavera, tempo instabile, difficile indovinare dove scampare all'immancabile piovasco ed allora ecco che noi, quasi dimentichi delle previsioni meteo, conduciamo i nostri passi nella verdissima valle Pesio.
Vegetazione rigogliosa, boschi di abeti altissimi e faggete ombrose, muschi, felci e licheni come nelle foreste equatoriali costituiscono l'ambiente per buona parte del nostro lunghissimo tour tra le meravigliose cascate del Pesio.
Dopo le ultime piogge, come le zone monsoniche prevedono (e noi ormai viviamo in zona monsonica...), i ruscelli e le cascate sono carichi d'acqua. Insomma i giochi d'acqua sono il motivo dominante della gita, ma poi anche raggiungere il punto panoramico della Testa del Duca, da cui la vista abbraccia molte importanti cime delle Liguri. Digressione che ci concediamo pur con i tuoni minacciosi e la pioggia incombente: giusto un toccata e fuga per lo sguardo sulla valle e sulla bastionata del Marguareis.
Una lunga discesa ci porta al fondo del vallone e poi nuovamente in salita sotto le tenebrose pareti del Marguareis ci dirigiamo per la tappa finale (o quasi) del rifugio Garelli.
Inevitabile qui rievocare la puntata alpinistica di un ventennio fa... quando in una due giorni in valle Pesio salimmo il
canalone dei Genovesi.
La nostra tappa al rifugio consta di polenta, crostata ed abbeveraggio prima, giro del giardino botanico poi (per la verità troviamo più fioriture fuori dal giardino). Nel mentre il sole è finalmente tornato e dunque allieta il nostro tragitto di ritorno, concedendoci qualche scatto migliore ai ripidi calcari e canaloni nevosi del Marguareis.
Lungo il percorso consumiamo le ultime energie per la risalita verso le cascate del Saut, altra spettacolare serie di cascate impetuose. E con questo abbiamo fatto l'
en plein e torniamo a casa con gli occhi ed il cuore pieni di immagini lussureggianti, immagini che parevano divenute rare negli ultimi lunghi periodi di siccità.