Una salita che girava lì da un po' di tempo e che, grazie alle temperature anomale di questo "finto" autunno, oggi finalmente intraprendiamo.
Il lungo avvicinamento (circa 2 ore) in realtà è nient'affatto faticoso sui comodi sentieri diretti al Luisas e all'Armoine. Dunque ci ritroviamo all'attacco della via abbastanza freschi di forze, ma accaldati per l'insana calura.
Solo qualche folata di vento ci rinfresca ogni tanto durante l'intera scalata.
Scalata che si presenta da subito tutt'altro che impegnativa: le difficoltà sono contenute e semmai a richiedere qualche attenzione è la roccia non sempre ottima. Ma siamo in montagna e non si può certo parlare di arrampicata sportiva.
Su alcuni tratti ci divertiamo molto, come sulla bella fessura di L3 interamente proteggibile a friend, cosa di cui noi approfittiamo, lasciando i due spit inutilizzati.
Pochi spit dunque sulla via a consentire il gioco delle protezioni veloci ma al contempo tali da permettere di seguire la linea tracciata dagli apritori.
Giunti alla sommità della spalla sud seguiamo le tracce dirette all'ultimo salto di roccia che adduce al plateau sommitale. Un'ultima bella fessura da proteggere, peccato troppo breve, ci regala ancora un po' d'arrampicata, prima di calcare la cima.
La vista che ben conosciamo è ampia ed il cielo terso, questo sì come solo in autunno accade, permette di lanciare lo sguardo assai lontano.
Dopo un veloce spuntino ci muoviamo mestamente verso la discesa, con le giunture logore dai molti metri (in verticale) e km (in orizzontale) macinati negli anni, cartilagini ed articolazioni che strillano a dovere per il continuo scarso riguardo loro riservato
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