Giornata bollente? Si fugge in quota, oltre i 2000, in cerca di refrigerio. Ancora di più, si sceglie una via sulla parete nord-est di Punta Udine, con attacco sui nevai ancora presenti. Ecco la ricetta per evitare la canicola di fine luglio.
Ricetta che mettiamo in opera, scarrozzandoci un po' di "rumenta" scaloira per un paio d'ore dal Pian del Re fino al rifugio Giacoletti. Saliamo dal couloir del Porco inferiore per un avvicinamento il più breve possibile, in modo che poco oltre le 10 siamo in parete a goderci 8 tiri di "morbidezza", sulle
ofioliti della Udine... Talvolta lisciate dagli agenti meteorici, queste pietre verdi richiedono di acquisire dimestichezza prima di lasciarsi salire in tranquillità.
Ma quando si prende confidenza allora la scalata diventa di vero piacere: muri compatti verticali con reglettes talvolta sfuggenti (leggi ofioliti
), diedrini tecnici, tratti dal sapore alpinistico (e che richiedono prudenza per le rocce rotte), belle placche fiorite a Silene, alcuni passaggi (pochi) atletici.
Giungiamo alla sommità in pieno sole ed è un vero sogno, vista l'alta probabilità di essere invece avvolti dalle nebbie: il panorama è superbo, con la piramide di Viso che troneggia a sud, mentre uno stuolo di vette, molte conosciute, si profila tutt'intorno. Altri giganti delle Cozie attraggono lo sguardo, come il Brec de Chambeyron o l'Oronaye, ed anche colossi glaciali come il massiccio des Ecrins o più lontano il Granpa.
Ammiriamo le dentellate creste che congiungono la Udine alla Roma, quindi alla Gastaldi e poi oltre il trapezio del Visolotto appiattito sul triangolo di Viso.
Non vorremmo scendere per continuare a godere di questo idillio d'alta quota, in pressoché totale solitudine, ma la pancia reclama la sua parte e dunque intraprendiamo la discesa dalla via normale e poi per il Couloir del Porco, attrezzato con catene. In discesa ammiriamo lo scudo roccioso che ci ha "ospitati" per alcune ore di bella e non banale arrampicata. Poi, raggiunto il rifugio, ci rifocilliamo a dovere, ciacolando con simpatici escursionisti con cui condividiamo il tavolo, raccontando l'esperienza appena vissuta e discorrendo del più e del meno.
Infine chiudiamo l'anello scendendo verso i laghi in parte lambiti dalle nebbie che però oggi non sono riuscite a infrangere l'idillio di una giornata tersa alle pareti del Monviso.