Partiamo tutti trulli con l'intento di raggiungere la Rocca Parey e salire la via classica (Bonino-Rolando) e possibilmente toccare la "vetta" congiungendo svariate altre vie di livello medio (V+). La parete è collocata a circa 1000 metri di altitudine, in ottima esposizione sud, quindi nulla fa presagire il calvario per toccarne la base.
Altre pareti passate in carrellata ai nostri occhi come Monbracco e Sbarua, durante il viaggio, non presentano particolare innevamento.
Invece appena giunti sulla strada per l'Alpe Colombino capiamo che non sarà come previsto.
Proviamo comunque ad avventurarci sul sentiero (nascosto sotto la neve) per raggiungere almeno il belvedere della Pietra Bucata. Affondando spesso nella coltre nevosa e ravanando tra i numerosi alberi caduti riusciamo in mezz'ora circa a raggiungerla e goderci lo spettacolo della Parey: laggiù inviolata dopo le abbondanti nevicate recenti splende nel sole di questa magnifica giornata di marzo.
Noi però non abbiamo alcuna voglia di avventurarci ancora sulla pietraia innevata con la prospettiva di trovare i terrazzini delle vie anch'essi intasati di neve.
Maturiamo quindi la sana idea di ripiegare più in basso, lontano dalla neve. Confabulazione rapida e la scelta cade sulla più vicina falesia interessante: la falesia di Avigliana.
In 30 minuti di auto veniamo catapultati dal fresco nevoso della Parey alla calura estiva della Palestra di Avigliana, in buona compagnia di un'orda di altri climbers.
Qui messe da parte le velleità simil-alpinistiche troviamo pane per i nostri muscoli, cimentandoci dapprima sul tiro denominato "Mike", aperto infatti da Kosterlitz. Seguono in crescendo, 5b, e una serie di 6a (qualcuno ben riuscito, altri meno), fino al tiro "Til" creazione di Giancarlo Grassi, che non si smentisce. La placca infuocata (dalla calura) viene passata solo con un provvidenziale aggiramento a sx, ma anche la partenza ed il ribaltamento dallo strapiombino non sono nient'affatto banali. Tutt'altro che banale poi il 4b di "Grundal" che semmai può guadagnarsi senza ombra di dubbio il grado V e oltre (vedi commenti su Gulliver e Climbook dove si invoca fino al 5c).
Diciamo che alla fine portiamo a casa una giornata di arrampicata più che soddisfacente, anche se non come ce l'eravamo figurata.