- Pian della Casa (Valdieri, CN), 1743 m
- Bastione (il), 3047 m
Dopo la sgambettata fino al rifugio dove prendiamo un attimo di relax ed un veloce spuntino, ci rimettiamo in cammino verso il lago di Nasta (a zaino alleggerito di buona parte dell'eqiuipaggiamento).
In questo regno di gneiss ci muoviamo tra le guglie della Nasta e le piramidi del Bàus e del Bastione, dirigendoci con un lungo tragitto verso il passo di Brocan.
Al colle ci prepariamo in religioso silenzio per la salita della cresta sud, che non presentando nella prima parte particolari difficoltà si svolgerà senza l'uso della corda.
Qualche passo di arrampicata, poi un tratto camminabile e finalmente un primo torrione imponente che si lascia però vincere seguendo un camino di II grado. A seguire un breve passo esposto, un po' di cresta a tratti aerea e poi la discesa ad una forcella con il famoso passo chiave di III+. In effetti la placca liscia ci consiglia per l'uso della corda, non fidando troppo sulla corda fissa presente in posto.
Procediamo poi per tratti più facili con passaggi di I/II grado fino al cospetto del torrione finale, molto estetico. In realtà si vince sul versante ovest con qualche passo verticale di massimo II grado.
E siamo in vetta per ammirare la selvaggia conca di Nasta dove troneggia l'omonimo castello. Pochi minuti per scrutare in lungo in largo il panorama e siamo di nuovo in movimento per la discesa in cui dovremo mantenere alta l'attenzione.
Ormai acquisita però dimestichezza con i passaggi di roccia, sia in salita che discesa, procediamo piuttosto spediti fino al passo chiave. Qui si impone la doppia per scendere il bel muretto di 15 metri. Recuperata la corda dal manipolo di "giovani" alpinisti, sotto l'attenta supervisione dell'alpone "senior", siamo nuovamente pronti a proseguire le disarrampicate sul facile tratto finale. Un unico dubbio sopravviene per la discesa del torrione iniziale, dove l'attento Ilario ci riporta sul passaggio esposto e poi al camino di discesa.
Evitiamo il primo tratto di cresta scendendo al sentiero per facili roccette e detriti, per poi rientrate in rifugio dove ci attende un congruo tagliere di salumi e formaggi.
Purtroppo a nulla valgono i tentativi di corrompere il buon Ilario a fermarsi in rifugio per salire con noi l'indomani sull'Uja di Nasta: il lavoro chiama e quindi salutiamo il "fanciullo" della combriccola, rimandando a prossime occasioni di scalate.
max 4c, 9L, 450 m. sviluppo
Vista l'esposizione dei primi tiri (ovest) e visto il tipo di salita che si preannuncia plaisir, decidiamo per una sveglia "comoda" (colazione ore 7 circa). In circa mezz'ora siamo all'attacco della via dove incontriamo un gruppo di stambecchini intenti a leccare le belle placche di gneiss. Qui ci danno dimostrazione delle loro abilità acrobatiche e "scaloire", correndo in traverso sulle placche, sapientemente ancorati ai pochi appigli presenti...
Anche noi attacchiamo la scalata, con un paio di lunghissimi tiri in placca, dove soprattutto in L2 occorrono nervi saldi per affrontare in aderenza la bellissima roccia piuttosto lisciata dall'acqua.
Meritevoli L4, un bel traverso, ed L5, un tiro verticale su roccia molto bella. A seguire (L6) si interseca la via Salesi, uno sperone di roccia molto lavorata e divertente, che prosegue (L7) fino ad una quinta di roccia spettacolare alla base di una bellissima placca (L8). Ultimo tiro in verticale fino al culmine dell'Uja in uno scenario grandioso, sormontati dalle imponenti torri di gneiss della Nasta.
In conclusione siamo contenti di questa salita d'ambiente, che, pur presentando qualche trasferimento, offre tratti di scalata davvero piacevoli su roccia bellissima.
Un'unica doppia da 60 metri ci deposita nel canale di discesa, da cui con un po' di attenzione raggiungiamo le sponde del lago di Nasta.
Viene ora il momento di mettere in atto l'obiettivo n. 2: la ricerca del telefono smarrito. Praticamente la ricerca di un ago nel pagliaio... vista l'immane pietraia dove potrebbe essere caduto. Infatti raggiunto il colle della Culatta desistiamo, visto anche il rapido peggioramento del tempo: nuvoloni minacciosi sopra alla conca di Nasta che non promettono nulla di buono. Facciamo appena in tempo a tornare al lago per riprendere gli zaini che inizia a piovere a dirotto. Muoversi sulla traccia di discesa, tra roccette zuppe d'acqua e pietraie infami ci richiede un supplemento di sforzo d'attenzione che avremmo volentieri evitato.
Arriviamo al rifugio che ormai la pioggia è finita ed un timido sole fa capolino. Raccogliamo le nostre masserizie rimaste in rifugio, saldiamo il conto, dopo un bel panino caldo e ci avviamo a capo chino verso il Pian della Casa per l'interminabile tragitto di rientro, con le articolazioni dolenti e le spalle martoriate dagli zaini non proprio leggeri.