scialpinistica - BSA - PD per il tratto alpinistico Corno Nero
- Punta Indren arrivo funivia
- Piramide Vincent, Balmenhorn, Corno Nero e Ludwigshohe (2gg)
Approfittando della prima finestra di bel tempo organizziamo una due giorni sui ghiacciai del Monte Rosa, ultima scialpinistica della stagione, degna conclusione di una stagione ricca di soddisfazioni.
Primo giorno, venerdì 16 giugno, arrivo a Stafal, primo giro funivia per i Salati e la Indren, sbarcati, messi gli sci si parte verso la capanna Gnifetti (scartiamo i canali che ci avrebbero obbligato a mettere i ramponi e scegliamo il giro largo, in parte su roccia con sci a spalla), dove ci fermeremo per la notte. Lasciato il peso superfluo continuiamo per la Vincent, su ottima neve, percorso palinato in vista della gara dei runner che si dovrà tenere il giorno seguente (lo scopriamo solo sulla funivia di salita da altri sciatori). Scegliamo di salire slegati, in quanto, tenendosi in prossimità delle paline non si vedono crepacci o pericoli oggettivi di altro genere. Molti gli escursionisti (quasi tutti accompagnati da guide) sul percorso. Meteo fantastico, tenuto conto delle condizioni medie dell’ultimo mese e mezzo.
Arrivati in cima paghiamo la fatica della salita ed in particolare l’acclimatamento forzato ai 4200 metri, visto che arriviamo dalla “piana” di Torino in giornata, ma si sa, il tempo è tiranno e non c’era possibilità di fare diversamente.
Il rientro al rifugio, su neve ben sciabile è veloce (nota tecnica sul rifugio: molta gente, quasi pieno, noi abbiamo prenotato in anticipo, non c’è fonte d’acqua, quindi occorre comprarla in loco a 4 € a bottiglia da 0,80, non proprio economico, ma si sa, tutto ciò che arriva in elicottero non può costare poco. Neppure nella mezza pensione è compresa l’acqua, quindi preparatevi ad una salassata. Rifugio accogliente e ben strutturato, personale cordiale ed accogliente, tenuto conto delle condizioni abbastanza estreme della posizione).
Il giorno dopo Simone, causa forte emicrania, ci deve abbandonare, rientrerà da solo alla macchina.
Con Davide, ottimo compagno di scialpinismo, decidiamo di mantenere il programma originale e tocchiamo prima il Balmenhorn (con il Cristo delle Vette, e qui il mio ricordo personale va all’amico Paolo, scomparso quasi un anno fa nella zona di Rocca Clary, iniziatore al mio alpinismo, compagno fidato e divertente di molti giri, uomo e alpinista profondo che viveva la montagna come una seconda casa). Dopo ci portiamo alla base del Corno Nero (cima interamente in Piemonte), che, viste le condizioni, decidiamo di salire con ramponi in conserva corta, dalla cima sarebbe stato bello fare la calata dall’anello della Madonnina, ma i discensori li ha portati Simone alla macchina (al mattino, evidentemente, non eravamo sufficientemente “connessi” mentalmente), quindi stessa tecnica di salita per tornare alla base, appena in tempo prima che si formi un capannello di persone in attesa di salire. Ultima cima della giornata il vicino Ludwigshohe che saliamo in conserva (molto meno impegnativo del Corno Nero). Splendida vista sulla vicina Parrot, i Lyskamm, capanna Margherita (un’emozione vederla così vicina), dall’altro lato il Corno Nero, vicinissimo, il Balmenhorn, la Piramide Vincent, la bellissima crepacciata sotto il Naso del Lyskamm. Discesa su neve ammorbidita dal sole, mantenendo sempre una linea vicina al percoso palinato (con alcune deroghe ben studiate). Moltissime persone sul percorso, principalmente escursionisti. Un grazie particolare ai miei compagni di gita Simone e Davide.