Ritorniamo alle belle pareti del Lausfer per salire una ormai via classica del luogo, ed infatti nonostante la giornata feriale incontriamo una cordata con le nostre medesime intenzioni.
Iniziamo le danze sul lunghissimo primo tiro, una placca di 5c lunga almeno 40 m. Altri due tiri più tranquilli e, dopo un traverso, inizia la sequenza di tiri in cresta. Qualche attrito di troppo disturba la salita ma compensa la bellezza della roccia e dei passaggi divertenti, qualcuno aereo, qualche altro in placca. In un caso (L7) siamo costretti a spezzare la lunghezza a causa di corde letteralmente incagliate. Dopo L8 abbiamo qualche dubbio sul prosieguo, ma alla fine perveniamo sull'aguzzo dentone per calarci in doppia nel canale sottostante al colletto.
Concludiamo con una lunghezza facile ed un tirello finale con passo atletico di 5c.
Sono ormai le 16, non siamo stati delle schegge ma certo la relazione non ci ha aiutato a reperire velocemente le varie sezioni della via.
E manca ancora la discesa... Risaliamo la ripida china erbosa per reperire la "cima", che non c'è. Infatti la croce è ben spostata più a sud e non notiamo, forse per la stanchezza, una traccia evidente per raggiungerla.
Individuiamo invece un ometto in discesa verso ovest su labile traccia che perdiamo quasi subito. Eccoci allora alla ricerca di una via sensata di rientro verso sud, direzione verso cui dovremmo trovare la stradella del Lausfer; ricerca che alla fine ci conduce su una traccia diretta al colle del Lausfer
. Ora non resta che percorrere il lungo anello per il colle di Sant'Anna e l'omonimo Santuario.
Le
luci della sera e la
"bambagia" risalente dal fondovalle intanto creano un'atmosfera magica, accompagnandoci lungo il nostro silenzioso cammino di rientro.