Circa
un mesetto dopo... eccoci a ritentare il progetto di una combinazione "Classica Promenade Arancione" alla Rocca Parey.
Il nome è inedito, coniato da noi e frutto dell'unione di tre vie, di cui riportiamo la valutazione dei gradi da noi percepiti:
Bonino-Rolando (via classica al Torrione Anna):
L1: V, partiamo ed è subito chiaro che il IV classico è espresso in una scala differente da quella in uso al giorno d'oggi
L2: V+, strapiombino e tettino fanno intendere di cosa erano capaci i "classici" sul loro IV+
L3: IV, qui in effetti non vi sono difficoltà, ma III magari non è...
Promenade des Escargot:
L4: 5c, stupendo diedro, roccia magnifica, il tiro più bello della combinazione
L5: 5b, placca e risaltini con ristabilimenti tecnici
Agente arancione:
L6: 5c, bello e impegnativo, specie il diedro-fessura da salire in dulfer/opposizione; qualche ciuffo d'erba disturba un po'
L7: 5b, tecnico, piacevole
Il progetto originale prevedeva di uscire sulla sommità della Rocca con un ultimo tiro denominato Diedro Rosso, teoricamente di IV grado. Giunti al cospetto dei tetti e muri sommitali, disidratati dalla calura (e senza più acqua appresso) rimaniamo intimiditi dalle difficoltà. Un accenno di tentativo sullo spigolo finale della via Michelin si esauirsce subito, constatato il quantitivo di lichene presente sin dall'inizio (sarà mai una via ancora frequentata?).
Unica possibilità dunque buttar giù le doppie e sperare di non avere inconvenienti... ma la sorte ci riserva di incagliare la corda alla seconda calata. Fortunatamente una provvidenziale idea di Gianni ci evita la risalita fortunosa per disincagliare la corda.
Affaticati e disidratati ci incamminiamo sulla pietraia osservando la poderosa Rocca, una vera Parey di tutto rispetto, le cui vie, come sempre, offrono grande impegno e soddisfazione.
Che dire? Lamentarsi per il caldo con il sole a picco sulla parete avendo portato solo un litro di acqua a testa? Ci serva da lezione... Oltretutto mi sono pure vestito di nero, colore che come noto assorbe tutte le frequenze luminose e oltre, dal lontano infrarosso (800nm) fin su agli ultravioletti (350nm). E cosi' mi sono sentito parte di un importante esperimento che ha portato i fisici a coniare il termine "Catastrofe Ultravioletta" legata alla radiazione del corpo nero [1]. L'osservazione che la radiazione emessa da un corpo nero violava le previsioni teoriche della fisica di fine ottocento e' stata la scintilla che ha portato alla nascita della meccanica quantistica. E questa scintilla e' stata accesa dal fiammiferaio Max Plank (1858-1947) [2], fisico tedesco che per primo ha pensato di considerare gli scambi energetici quantizzati invece che continui. E questa intuizione ha per prima cosa interpretato correttamente la radiazione del corpo nero cancellando il paradosso della catastrofe ultravioletta dando inoltre il via alla rivoluzione della fisica dei primi del novecento. Il risultato finale del mio corpo vestito di nero e' stato pero' un bel colore rosso su braccia, naso, orecchie e collo...altro che catastrofe ultravioletta, una catastrofe dermatologica! Da non rifare...
[1]
Radiazione del corpo nero
[2] Alberto Tomas Perez Izquierdo "Plank La Teoria Quantistica: La Rivoluzione dell'Infinitamente Piccolo" RBA Editore, collana Grandi Idee Della Scienza, 2016