Immerso nei ricordi delle diverse camminate in zona in cui era presente Amélie, mi accingo a percorrere lo stradello in ombra e nel freddo pungente di questa prima avvisaglia d'autunno.
Rivedo la cagnetta correre felice per
i prati in fiore della Gardetta, arrampicarsi impavida per
le rocce del Piutàs, calcare la bella
vetta del Monte La Bianca e poi ancora, tra le ultime gite, salire
le aspre cime della Rocca Corna.
Con questo animo malinconico raggiungo finalmente le assolate Grange Culausa dove mi fermo ad ammirare l'impressionante colata detritica del canalone del Cassorso.
Senza troppa fatica e con la colonna sonora dello scampanio della mandria al pascolo giungo al colletto, in vista del Monte Bert e in lontananza la piramide di Viso. Tocco la cima del Bert, raggiunta con un breve strappo: la giornata è limpida e molte sono le cime più o meno note che si possono distinguere. Individuo le già citate Piutàs e La Bianca, mete raggiunte con la "pelosetta".
Meta finale il lago Nero, bellissimo specchio lacustre in cui la cara Amélie si sarebbe certamente sollazzata a lungo... E infatti trascorro un po' di tempo a immaginarmela nuotare nelle sue fredde acque.
Proprio l'aria gelida, causa qualche nuvola che nasconde i tiepidi raggi di sole, mi induce a rimettermi in moto.
Chiudo l'anello scendendo verso nord, nel bellissimo bosco di larici e tra stupende radure erbose ancora in perfetto abito estivo.
Si, l'incontro con il simpatico Cristian è stata proprio una bella cosa