Gita all’insegna dell’avventura e ravanamento questa volta, in un contesto veramente bello ricco di colori autunnali e pace (si' perche’ eravamo gli unici essere umani in quel luogo dimenticato), con una temperatura veramente calda per essere a 1600m slm al 25 Ottobre.
Avventura perche’ ci siamo fidati di una relazione della gita in questo caso non precisa e soprattutto vecchia (diffidare quando e’ cosi’....lezione ripassata).
Il primo problema e’ nel trovare il posto dove lasciare la macchina e iniziare il percorso, raggiungiamo un parcheggio che sembra quello giusto, invece no (ma questo errore ci aiutera’ per il ritorno...), dopo una ricognizione veloce ci spostiamo e raggiungiamo finalmente il luogo giusto, la descrizione diceva “ampio parcheggio”: 3 macchine al massimo potevano trovare collocazione.
Vabbeh, cerchiamo il sentiero, troviamo quello che sembra essere il percorso, ma ci accorgiamo che quella via non e’ stata percorsa da esseri umani negli ultimi anni, foglie, rami, pietre, traccia che scompare.... insomma ci troviamo a
ravanare nel bosco, in una salita notevole.
Anna fa la sua prima esperienza con una bella vipera che gli attraversa
il sentiero davanti ai piedi, il rettile e’ assopito, infreddolito, si muove lentamente cosi’ noi aspettiamo che si intruffoli nel muretto a secco che costeggia la via e ripartiamo veloci, con la soglia di attenzione aumentata, come se prima fosse stata bassa....
Cerchiamo di seguire le indicazioni della relazione, ma sono sempre piu’ differenti dal terreno che troviamo, sentierini che vengono citati ma ormai sono inesistenti, bivi ormai coperti dalla vegetazione e foglie.
Grazie all ‘esperienza, all’intuito, alla logica, al buon senso,alle mappe, al fiuto del muntagnin,etc.etc... tutti ingredienti indispensabili per uscire fuori da situazioni del genere in montagna, sbuchiamo finalmente in un luogo noto sulla mappa, la
borgata di Chateyroux , tiriamo un sospiro di sollievo e proseguimo verso la meta, la
Cappella di Kiry, un luogo di pace e serenita’ che raggiungiamo abbastanza velocemente (certo adesso che sappiamo dove passare....!)
Veloce pasto, 4 foto e decidiamo di salire ancora un po’ lungo il sentiero per vedere le vecchie borgate ormai abbandonate, troviamo un bellissimo
fontanile in pietra datato 1719..... affascinante, ancora funzionante ed in piedi nonostante non riceva manutenzione da decine e decine di anni.....
Giunge l’ora di tornare indietro,rifare il percorso dell’andata e’ impossibile , la vegetazione si chiudeva dietro di noi ad ogni passaggio.... ma noi abbiamo gia’ un piano, ci ricordiamo della ricognizione fatta nel primo parcheggio, dove c’era un segnavia del sentiero n.1 che attraversava la strada, cosi’ decidiamo di tornare percorrendo il sentiero 1, per lo meno e’ segnato, poi raggiunta la strada asfaltata, cammineremo verso la macchina.
Il ritorno risulta faticoso, il sentiero e’ si’ bello, ma veramente ripido,
tutto lastricato, con gradoni in pietra che mettono a dura prova le ginocchia ma soprattutto
coperto da un mare di foglie che a volte lo nascondono completamente.
E’ chiaro che e’ un sentiero non frequentato, ormai dimenticato, rami, alberi caduti intralciano il cammino, lo spessore delle foglie ci costringe a fare sempre attenzione a quello che puo’ celarsi sotto (buco o animali striscianti...), alla fine arriviamo alla strada asfaltata e ci muoviamo verso la macchina.
Madre natura per la fatica passata nella gita ci fa trovare a bordo strada un sacco di belle castagne, cosi’ riempiamo un sacchettino, premio per le vicissitudini passate.